Dal primo ingresso dei Collegi Augustinianum e Ludovicianum in via Ludovico Necchi alla cima della strada
«I due collegi venivano donati dagli Amici e dall’Azione Cattolica non all’Università ma al suo fondatore e poi da Gemelli assegnati all’Istituto Giuseppe Toniolo di studi superiori quale ente fondatore e finanziatore dell’Università Cattolica con l’obiettivo di garantirne “la specifica autonoma proposta educativa”. La Giunta dell’Università aveva deciso di costruire le due strutture in posizione contigua alla sede universitaria su un’area di 1.500 mq con un ampio giardino di circa 3.500 mq. L’ingegner Pier Fausto Barelli nel febbraio 1933 aveva già indicato chiaramente i criteri architettonici del disegno: “Si ritiene opportuno dare a questi pensionati il carattere di città giardino universitaria, lasciando cioè grandi spazi liberi fra edifici isolati al massimo”. Da questa impostazione architettonica discendeva la necessità di sviluppare la costruzione in altezza con un ampio spazio piantumato a verde e senza un cortile chiuso. L’Augustinianum comprendeva al piano rialzato i locali per la direzione, per le sale di lettura e di convegno, mentre le camere erano dislocate nei dieci piani superiori, per un totale di cento posti. Il corpo di fabbrica del Ludovicianum, invece, prevedeva cinque piani per un totale di cinquanta camere. Il punto di collegamento fra le due strutture era la cappella, collegata ai collegi da una serie di corridoi, dove veniva posto l’altare già esistente nella cappellina dell’antica sede dell’Università in via Sant’Agnese». (A.M. Locatelli, Dal primo pensionato al «sistema dei collegi» (1926-1992), in Storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Le istituzioni, IV, Per una comunità educante, Vita e Pensiero, Milano 2010, p. 174)