La Cappella s. Agostino, dedicata originariamente alla Sacra Famiglia
«Nell’atrio dell’ingresso al piano rialzato o piano terreno si apriva direttamente un’ampia, luminosa cappella, con un’altezza di due piani, ripartita nel fondo in tre arcate, con quella centrale sorretta da due eleganti colonne con capitello; con l’altare corredato dalla riproduzione del quadro della Sacra Famiglia del Murillo, ad imitazione di quella della “cappella degli impiegati”; uno scranno fisso in marmo per il celebrante; il confessionale ben in vista nell’arcata di sinistra; una capace tribuna/matroneo sopra l’ingresso, all’altezza del primo piano, con un «vecchio, povero e brutto harmonium» che fu quello originario della cappella di via Sant’Agnese.
Tale cappella fu canonicamente semipubblica; e non autorizzata, fino al 1968, alla conservazione del SS. Sacramento.
Il collegio Marianum non ebbe di fatto un assistente spirituale dedicato alla cappella e alle studentesse; v’era bensì in Università l’assistente spirituale delle “signorine studenti”: ad esempio, dal 1947, p. Carlo Varischi da Milano, il celebre cappuccino (durante la guerra e la Resistenza; poi salvatore e custode della salma di Mussolini per undici anni; secondo assistente ecclesiastico della “Necchi” fra laureati dell’Università Cattolica, fondata da p. Gemelli con alcuni professori e studenti nel 1930): egli fu anche “ufficialmente” assistente spirituale delle collegiali del Marianum dal 1960 al 1969; in realtà, un servizio spirituale alle marianne fu prestato da vari sacerdoti docenti: da don Piero Zerbi (di carriera accademica), nel ventennio 1948-1968; poi da don Morelli, da don Guido Aceti e, ultimo, da don Sandro Maggiolini fino all’elevazione all’episcopato nel 198320. Con il passaggio, dopo la parentesi della Domus Nostra e del Paolo VI, in via San Vittore, 18, nel settembre del 1992, il collegio fruì della figura di un assistente spirituale dedicato e stabile; e successivamente, dal 1999, d’una propria cappella stabile.
L’assetto originario della cappella subì ben tre rimaneggiamenti: nel 1943-1945; dopo il concilio Vaticano II; infine, nel 1990-1992. Il collegio fu devastato, in particolare la cappella nella parte absidale centrale, dai bombardamenti aerei della notte del 14/15 agosto 1943; la ricostruzione, come per l’Università, iniziò immediatamente, 1943-1945. Nella cappella, la riproduzione della Sacra Famiglia che era andata distrutta, venne sostituita con altro quadro della Sacra Famiglia di stile moderno firmato Pulvizeri.
Con la riforma liturgica postconciliare, poi, la cappella fu rimaneggiata nell’arcata centrale quanto ad altare e tabernacolo, con la collocazione di due grandi pietre verticali, disposte ad angolo acuto, a rappresentare una Bibbia aperta, con incastonato il tabernacolo (ossia, dalla Parola di Dio scritta alla Parola incarnata ed eucaristica); mentre nel 1969 la Sacra Famiglia del Pulvizeri venne spostata nell’arcata di sinistra e il confessionale trasferito all’ingresso sulla sinistra. Quanto alla intitolazione della cappella alla Sacra Famiglia – ovvia per la presenza dei successivi quadri –, essa è in ogni modo ufficialmente attestata in un documento ecclesiastico appunto del 196821.
Nel 1990-1992, infine, il collegio Marianum – che dal 1978 era stato donato dalla Società San Francesco, proprietaria, all’Istituto Toniolo in onore e in memoria di Armida Barelli, † 1952 – è stato riconvertito, dopo varie peripezie giuridico-amministrative, ad uso di collegio maschile e vi sono stati trasferiti gli agostini nel 1992 (fatti ritornare accanto all’Università per volontà del rettore A. Bausola, ex agostino). In tale circostanza e in funzione di ricupero spazio, la cappella subì pesanti ridimensionamenti sia nell’altezza, che nella lunghezza dell’aula. Nella cappella si trova ancora attualmente una artistica e preziosa statuetta in bronzo della Madonna del mantello, donata nel 1938 dall’Istituto Toniolo al collegio Marianum. L’attuale assistente spirituale, don Daniel Balditarra, e gli agostini hanno collocato nel 2004 a destra dell’altare un’immagine di Sant’Agostino».
(P. Conte, Cappelle e altari “storici” dell’Università Cattolica, pp. 12-13)