In concomitanza con l’Assemblea dell’Associazione (il resoconto e i contributi sono disponibili su questo sito), in cui è stato tracciato un partecipato ricordo di Umberto Pototschnig, amministrativista insigne e indimenticato primo direttore laico del collegio Augustinianum, don Daniel Balditarra ha evidenziato durante la messa alcuni tratti salienti della sua figura. In questa pagina il testo della sua omelia.
Is 56, 5-6
Darò loro un nome eterno
Lc 16,10-12
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Carissimi,
ho ascoltato questa mattina le vostre testimonianze. Parole che provengono dal cuore per ricordare la figura del direttore Umberto Pototschnig. C’è una frase del Profeta Isaia che ci colpisce profondamente: “Darò loro un nome in eterno” (Is 56, 5-6). E forse per capirla bisognerebbe andare verso il futuro tra miliardi di anni, quando la scienza prevede che il Sole si oscurerà e il nostro Pianeta e la sua ricca storia sarà ridotto a un immenso cimitero, nascosto dal buio e dal freddo. Il nostro nome sopravvivrà in Dio, soltanto in Lui potrà salvarsi la nostra persona, quello che abbiamo fatto nel tempo della nostra esistenza.
La disonesta ricchezza è quella che muta, che passa, che non dura. E se noi sappiamo essere fedeli nelle cose di poco conto, sapremo essere fedeli nelle cose importanti. Soltanto chi possiede una forte identità, chi vede nell’orizzonte la trascendenza e l’immortalità del suo proprio nome potrà indirizzare il suo cuore verso una vita autentica e scegliere tra Dio e i beni effimeri. Nella dimora umana bisogna costruire l’eterno, e per edificarlo è necessario cercare quell’equilibrio che permette all’uomo l’incontro con se stesso e allo stesso tempo il dialogo con il Creatore. Per raggiungere l’armonia sono importanti per noi le virtù cardinali, la prudenza e la temperanza, per cercare le cose dello spirito, per agire evitando la stoltezza e la insipienza e dare un senso alla nostra vita unica e irripetibile. Per la fedeltà verso i beni della Terra è fondamentale la giustizia, per essere responsabili in relazione all’ambiente, nel rispetto del fratello, nella costruzione del bene comune. Per sopportare le avversità della vita – le prove – la perseveranza e il sacrificio sono fondamentali, la fortezza che ci permette di lottare con il tempo che sfugge e camminare verso quella eternità che soltanto Dio ci può assicurare.
Tutte queste cose ci hanno insegnato nella semplicità del quotidiano Umberto Pototschnig e il caro confratello Don Mario Giavazzi. Ognuno di noi, in ogni momento – ma in particolare in questo tempo di transizione e di cambiamento profondo della società – deve dedicare attenzione alla cura della propria persona per costruire il carattere forte e solido che da sempre ha caratterizzato il vero agostino che – come ieri, e come oggi – dovrà introdurre la novità cristiana nella scena del proprio tempo. Le radici di questa novità si trovano nascoste nei grandi misteri del Vangelo, nel silenzio di Maria, nella nascita, nella incarnazione e resurrezione del Cristo che furono ieri oggi e domani la bussola che ci orienta verso la Verità tutta intera.
Don Daniel Balditarra
Assistente pastorale del Collegio Augustinianum
Milano, 10.XI.2012